Il territorio come punto d’incontro tra gestione della cronicità ed emergenza
San Bendetto del Tronto 18 - 21 ottobre 2011
Lo sappiamo: la trattativa economica è bloccata fino al 2014 per cui, gioco forza, ci si rivolge ad una trattativa di tipo politico-organizzativo. Il che poi, non è male, vista la precaria (forse tragica) situazione in cui versa la Sanità italiana. Dal titolo del convegno si evincono due temi principali: la gestione della cronicità (in crescita) e la creazione di una rete per affrontare l’emergenza-urgenza. Prendendo spunto da questi due temi, il Segretario Generale Lala, davanti al Ministro Fazio, ha sviluppato un discorso che si è concluso con una forte polemica nei confronti della Politica e precise domande al Ministro stesso. Che le patologie croniche siano in aumento, non occorre certo ricordarlo ai medici, specie a quelli liguri, che si scontrano con una realtà di popolazione sempre più “vecchia” e sempre più affetta da polipatologie croniche con acuzie spesso difficilmente gestibili extra ospedale. Da anni il SUMAI chiede la creazione di una rete territoriale per prendere in carico i pazienti cronici, in un percorso territoriale integrato, da una parte con i mmg e dall’altra con l’ospedale, comprendente più figure professionali, non solo mediche e più branche specialistiche, realizzando quel team multidisciplinare che sarebbe la pronta risposta alle dimissioni precoci e protette. Tuttavia, nonostante in tanti, troppi anni, le forze politiche abbiano cavalcato questo progetto, ben poco è stato fatto per realizzarlo. Anzi, la Politica ultimamente scambia i tagli lineari alle risorse, ai posti letto e al turn-over del personale come la giusta terapia per risanare un bilancio che non è certo colpa della Sanità se è giunto al tracollo. Inaccettabile è il ritardo nella costruzione della rete territoriale; inaccettabili sono i tagli ai posti letto senza un’adeguata ristrutturazione dei servizi territoriali alternativi; inaccettabile è una informatizzazione sconvolta e non organizzata del territorio, che di fatto sottrae tempo all’attività medica per dedicarlo alle incombenze informatiche volute dal decisionismo di un Ministro. Il SUMAI non è contrario all’informatizzazione, anzi, l’ha da tempo sostenuta ed auspicata come mezzo per velocizzare il lavoro ambulatoriale, migliorarne la qualità e permettere il coordinamento con le altre figure mediche e professionali: risparmio, quindi, di tempo e di denaro. Ma non è pensabile che l’informatizzazione, così come gli interventi per riorganizzare la Sanità e per ottimizzarne le spese siano decisi senza tener minimamente conto delle esigenze e delle proposte dei rappresentanti della classe medica. “Non dobbiamo rimanere spettatori passivi di fronte ad una Politica che non è capace o, forse, non vuole governare la Sanità” dice infine Lala. “Che senso ha parlare riorganizzare, razionalizzare, efficientare, ottimizzare la Sanità pubblica quando in realtà ogni manovra economica non fa altro che tagliare, tagliare e ancora tagliare?”